STEVEN HOLL
Nato nel 1947 in una cittadina dello stato d Washington, è
un self-made architect: è partito “dal basso”, estraneo a lobby o circuiti, ma
dotato di un talento e una grande energia tale da poter spiccare e farsi strada
trasferendosi, successivamente agli studi, a New York.
Il paragrafo nel libro “Architettura e Modernità” in cui si
parla di Steven Holl è intitolato “Metafora
costruita e nominata”: è proprio questo concetto che mi ha fatto avvicinare
particolarmente a questo architetto e al suo modo di agire, progettare,
intendere l’architettura. Come tra gli architetti del post modernismo, negli
anni successivi alla caduta del muro di Berlino, il principio su cui si basa la
sua architettura è la comunicazione.
La sua poetica, inoltre, è influenzata e caratterizzata da altri fattori, come
ad esempio gli interessi fenomenologici,
in quanto il progetto deve tener conto e sentire i materiali, l’azione della
luce e di ciò che accade all’esterno. Un altro aspetto è l’uso della metaforizzazione, ovvero il richiamo ad
immagini e simboli esterni all’architettura, o la consapevolezza del rapporto tra spazi aperti, contesto esterno
ed edifici, il modo in cui si relazionano studiato nei minimi dettagli e,
infine, la convinzione che un progetto di si debba basare su un’idea-forza.
Il progetto che voglio analizzare è il Maggie’s Centre Barts a
Londra.
Il sito nel centro di Londra è adiacente all'ampio cortile
dell'Ospedale di San Bartolomeo, più antico di Londra. Strati di storia
caratterizzano questo sito unico, ed è un aspetto che Holl considera vivamente durante
la fase di progetto. La composizione dell’edificio è simile ad una matriosca, è
fatta di una strato all’interno di uno strato a sua volta all’interno di un
altro strato. La struttura è una struttura in cemento ramificato, lo strato
interno è di bambù e lo strato esterno è in vetro bianco opaco con frammenti di
vetro colorati che richiamano la "notazione neumatica". La parola “neuma”
significa "forza vitale", ed è questa la metafora con cui comunica l’opera.
Lo strato di vetro esterno è organizzato in fasce orizzontali come un pentagramma
mentre la struttura in cemento si ramifica come una mano. Il centro a tre piani
ha una scala curva aperta solidale alla struttura in cemento con spazi aperti
rivestiti verticalmente in bambù. L'ingresso frontale principale si trova sulla
piazza principale, mentre c'è una seconda entrata a ovest che si apre sul
giardino della chiesa adiacente. L'edificio termina con un giardino pensile e
una grande sala per lo yoga, il Tai Chi, gli incontri ecc. Il carattere interno
di questo edificio e l’integrazione degli aspetti fenomenologici si basa sulla
modellazione di luci colorate che si riflettono sui pavimenti e le pareti,
cambiando a seconda dell'ora del giorno e della stagione. L'illuminazione
interna sarà organizzata per permettere alle lenti colorate insieme al vetro
bianco traslucido della facciata di infondere un senso di gioia e relax.
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